Firenze, lì 20 giungo 2012
- Al presidente della Giunta regionale
favorevole favorevole favorevole contrario contrario
con raccomandazioni con condizioni con raccomandazioni
PARERE OBBLIGATORIO X
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OSSERVAZIONI FACOLTATIVE
All’unanimità X
A maggioranza A maggioranza con motivazioni contrarie di una componente istituzionale (art. 12 co. 4 Reg. CdAL)
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NOTE: Allegato parere
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D’ordine del Presidente
Cinzia Guerrini
Proposta di delibera n. 419 “Adozione dello schema di deliberazione della Giunta regionale recante definizione dell'indicatore unitario del disagio per l'acquisizione dei pareri di cui all'articolo 80, comma 2, della legge regionale 27 dicembre 2011, n. 68”. |
Proponente: Giunta regionale – assessore Nencini
PARERE OBBLIGATORIO
IL CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI
Seduta del 18 giugno 2012
Visti
- l’art. 66 dello statuto regionale;
- la l.r. 36/2000 recante “Nuova disciplina del Consiglio delle autonomie locali”;
- il regolamento interno del Consiglio regionale;
- il regolamento interno del Consiglio delle autonomie locali;
Visto inoltre
che l’articolo 80 della l.r. 68/2011 stabilisce che la Giunta regionale definisca l’indicatore unitario del disagio sulla base dei dati elaborati dall’Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana (IRPET), previo parere della competente commissione consiliare e del Consiglio delle autonomie locali;
che i dati riportati dall’Irpet potranno essere aggiornati direttamente dalla Giunta regionale, non comportando, detti aggiornamenti, la modifica del sistema di calcolo per la costruzione dei singoli indicatori e per la definizione dell’indicatore unitario;
Considerato che
nella definizione dei singoli indicatori di disagio, i dati elaborati dall’Irpet individuano:
1) indicatori demografici, costituiti da:
a) indice di densità demografica, che coniuga insieme le difficoltà connesse alla piccola dimensione con la dispersione degli abitati nel territorio. A questo fattore è generalmente riconducibile lo svantaggio relativo alle difficoltà di accesso ai servizi e alle relativamente maggiori esigenze di mobilità nel territorio;
b) dinamica demografica di lungo periodo con il quale si vuole fornire una misura al fenomeno dello spopolamento che ha caratterizzato, dal dopoguerra in poi, molti piccoli Comuni toscani localizzati nelle aree montane o rurali;
c) dinamica demografica di breve periodo, indicatore che consente di correggere gli effetti dello spopolamento di lungo periodo di cui prima, qualora si sia registrato negli ultimi anni un cambiamento di tendenza;
d) incidenza della popolazione anziana, con cui si vuole misurare il progressivo invecchiamento della popolazione che pone i centri minori di fronte a una duplice criticità: da un lato l’ulteriore indebolimento delle potenzialità del sistema economico locale, dall’altro l’accentuazione del fabbisogno di servizi locali specifici;
2) indicatori morfologici, rappresentati da:
a) asperità morfologica con cui si fornisce una misura della montanità, riferita all’asperità morfologica. La montanità è uno dei fattori che spiega l’accentuarsi di alcuni fenomeni di disagio soprattutto nel periodo invernale: maggiore consumo medio di combustibili per il riscaldamento, mantenimento del manto stradale, rifacimento manto stradale, difficoltà nella gestione dei trasporti locali per garantire l’accesso ai servizi non presenti in loco;
b) insularità, indicatore col quale si vuole fornire una misura del maggiore disagio derivato dall’insularità. Si è perciò corretto l’indicatore di asperità morfologica con un indice correlato alla distanza delle isole dal continente che esprime la diversa accessibilità della popolazione alle aree continentali;
3) indicatori economico-finanziari i quali mettono in evidenza eventuali debolezze che si esprimono attraverso la contenuta capacità di creazione di reddito e la scarsa dinamicità del sistema economico e che fanno riferimento a indicatori di capacità contributiva effettiva (pressione tributaria, gettito IRAP), ai tassi di occupazione della popolazione (tasso di attività) e alla presenza di unità produttive nel territorio;
Considerato inoltre che
per tenere conto della minore dimensione demografica si applica un correttore demografico del punteggio, mantenendo il punteggio pieno nei Comuni con popolazione minore o uguale a 3000 abitanti e diminuendo il punteggio nei Comuni via via maggiori;
per la definizione dell’indicatore unitario del disagio, partendo dall’insieme di fattori prima descritti, sono stati costruiti indicatori di variabilità che, a loro volta, sono stati utilizzati per definire un indice sintetico ponderato su un sistema di pesi specificato nell’allegato A della proposta di delibera in esame;
il calcolo dell’indicatore unitario di disagio si applica all’universo dei Comuni toscani, indipendentemente dalla dimensione comunale al fine di valutare come, a partire dalle variabili individuate, sia effettivamente possibile ricondurre il “disagio” ai Comuni minori. Infatti, dallo studio realizzato per analizzare il fenomeno in Toscana emerge che il disagio connesso alle variabili prima elencate, per quanto prevalentemente associato ai piccoli Comuni, interessa anche comuni che possono superare le soglie generalmente riconosciute come critiche;
DELIBERA
di esprimere parere favorevole in merito alla proposta di deliberazione n. 419 “Adozione dello schema di deliberazione della Giunta regionale recante definizione dell'indicatore unitario del disagio per l'acquisizione dei pareri di cui all'articolo 80, comma 2, della legge regionale 27 dicembre 2011, n. 68”.