Firenze,
7 dicembre 2012
- Al Presidente del Consiglio regionale
e
p. c. - Al Presidente della Giunta regionale
- All’Assessore proponente
- Al Dirigente responsabile
- Al
Segretario generale del Consiglio regionale
- Al Direttore dell’Area di Assistenza legislativa, giuridica
e istituzionale
Proposta di deliberazione n. 291 “Adozione
dell'integrazione paesaggistica del PIT in relazione alle aree e ai beni di
notevole interesse pubblico per la parte relativa agli articoli 136 e 143 comma
1 lett. b) del d.lgs. 42/04”.
favorevole favorevole favorevole contrario
contrario
con
raccomandazioni con condizioni con raccomandazioni
PARERE OBBLIGATORIO
X X
________________________________________________________________________________________________
OSSERVAZIONI
FACOLTATIVE
All’unanimità
X A
maggioranza A
maggioranza con motivazioni contrarie di
una componente istituzionale (art. 12 co. 4 Reg. CdAL) |
NOTE:
Allegato parere |
D’ordine del
Presidente
Cinzia Guerrini
Proposta di deliberazione n.
291 “Adozione dell'integrazione paesaggistica del PIT in relazione alle aree e
ai beni di notevole interesse pubblico per la parte relativa agli articoli 136
e 143 comma 1 lett. b) del d.lgs. 42/04”.
Proponente: Giunta regionale – assessore Marson
PARERE OBBLIGATORIO
ILCONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI
Seduta del 4 dicembre 2012
Visti
-
l’art. 66 dello statuto regionale;
-
la l.r. 36/2000 recante “Nuova disciplina del
consiglio delle autonomie locali”;
- il regolamento interno del consiglio regionale;
- il regolamento interno del consiglio delle autonomie locali;
Considerato che
la convenzione europea del paesaggio,
diventata legge dello stato a seguito della sua ratifica nel 2006, rappresenta
il principale atto comunitario che orienta le politiche nazionali e regionali
in materia di tutela valorizzazione e gestione del paesaggio;
a livello nazionale il testo
normativo di riferimento in materia di beni culturali e paesaggio è il codice
dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. 42/2004) che, con le sue molteplici
revisioni, è giunto a definitiva stesura nel 2008;
la regione fin dalle prime
elaborazioni della disciplina paesaggistica del PIT ha optato per l’elaborazione
congiunta con il ministero, attuando quanto disposto dall’art. 135 del codice, promuovendo
tavoli di lavoro congiunti, quali esito di protocolli di intesa e disciplinari
tecnici sottoscritti dalla regione e dal ministero;
il quadro conoscitivo del PIT
vigente descrive, in forma testuale, in assenza di cartografie specifiche, le
principali dinamiche e i fenomeni nello spazio regionale, i principali aspetti
settoriali, i caratteri dei territori e dei paesaggi della Toscana;
l’implementazione del PIT per la
disciplina paesaggistica, nella versione adottata, necessitava di essere in
parte rivista ed in parte ancora sviluppata così come rilevato dallo stesso
ministero relativamente:
alla mancanza di idonei
elaborati grafici e di contenuti di tipo conoscitivo-critico in merito alle
eventuali criticità derivanti da interventi di trasformazione territoriale di
rilevante impatto paesaggistico;
- alla necessità della revisione
e del perfezionamento del “data base” e della cartografia relativi alla carta
dei vincoli (beni paesaggistici e beni immobili di interesse culturale);
- alla necessità della verifica
conclusiva dell’elenco dei beni paesaggistici dichiarati di notevole interesse
pubblico e delle aree tutelate per legge;
- alla necessità della
definizione dei criteri di identificazione delle aree significativamente compromesse
o degradate con conseguente indicazione degli interventi effettivamente volti
al loro recupero o riqualificazione;
- all’opportunità
dell’individuazione e rappresentazione degli eventuali ulteriori immobili ed
aree di notevole interesse pubblico nonché la determinazione delle specifiche
prescrizioni d’uso;
- all’individuazione e
rappresentazione di ulteriori contesti paesaggistici;
in base a quanto segnalato dalla
direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici e preso atto dei
contenuti del piano vigente, si è reso necessario definire un programma di
lavoro per la revisione ed il completamento del piano paesaggistico
(integrazione paesaggistica del PIT);
si è conseguentemente provveduto
a integrare e modificare il disciplinare tecnico inerente l’attuazione del
protocollo di intesa tra MiBAC e la regione Toscana al fine di condividerne le
finalità, le procedure di elaborazione e di approvazione, le attività connesse
alla revisione, le disposizioni normative in materia di tutela e di pianificazione
paesaggistica, nonché le attività di co-pianificazione e coordinamento;
tale disciplinare - approvato
dalla giunta regionale con delibera n. 255 del 11/04/2011 - ribadisce la
necessità di procedere alla revisione ed integrazione dei contenuti paesaggistici
del PIT;
Preso atto che
la presente integrazione del piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico ha come oggetto gli “Immobili e aree di notevole interesse pubblico “di cui all'art. 136 del codice dei beni culturali e del paesaggio, cioè i beni paesaggistici individuati con provvedimento ministeriale e pubblicati con gazzetta ufficiale della repubblica italiana ed è costituita dai seguenti elaborati:
-elenco dei vincoli relativi a
immobili ed aree di notevole interesse pubblico di cui all’art. 136 del codice
;
- elenco degli immobili e delle
aree per i quali, alla data di entrata in vigore del codice, risulta avviato il
procedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico e relative schede
identificative (n.12);
- schede (n. 365) relative a
immobili ed aree di notevole interesse pubblico di cui all'art. 136 del codice;
la revisione e il completamento
del piano paesaggistico intende chiarire l’assetto complesso degli apparati
normativi e i loro livelli di cogenza attraverso la costruzione di un quadro
unitario di interpretazione, rappresentazione e tutela dei valori patrimoniali
del paesaggio toscano, ma anche di recupero e riqualificazione dei paesaggi
compromessi e di realizzazione di nuovi valori;
l’integrazione paesaggistica del
PIT intende disciplinare l’intero territorio regionale e considera tutti i
paesaggi della Toscana, “sia quelli che possono essere considerati come
eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiana che i paesaggi degradati” e
persegue obiettivi di conoscenza, tutela, valorizzazione, fruizione nonché
recupero e riqualificazione;
il piano mira al mantenimento
dei livelli di sostenibilità nell’uso delle risorse essenziali del territorio nonché
all’individuazione e alla salvaguardia delle invarianti strutturali per
preservare, recuperare o incrementare la qualità dei paesaggi regionali;
l'obiettivo di tutela dei paesaggi regionali si
declina nel mantenimento e recupero dell’equilibrio idro-geomorfologico, nella
salvaguardia e ricostituzione del sistema eco-ambientale con valore
paesaggistico, nel riconoscimento e salvaguardia dei paesaggi rurali storici,
dei suoli agricoli di pregio e del loro assetto nonché dei paesaggi la cui
conformazione derivi dall’assetto proprietario collettivo o da usi civici, nel
consolidamento del senso identitario dell’insediamento storico attraverso la
promozione di manutenzione, restauro e recupero finalizzati a mantenerne o
restituirne la vitalità sociale, economica e culturale, nella manutenzione,
recupero e ricostituzione della magnificenza civile degli spazi pubblici e di
uso collettivo;
nel processo di revisione e
completamento del piano si intende porre una forte attenzione alla lettura
dinamica delle politiche per il paesaggio che si traduca in un approccio non solo
“regolativo” ma anche “propositivo” in grado di generare interventi di
riqualificazione e valorizzazione con la messa in opera di progetti
territoriali regionali e locali per il paesaggio;
l'obiettivo di valorizzazione culturale dei paesaggi
regionali si persegue attraverso il miglioramento della
conoscenza del patrimonio territoriale, dei suoi caratteri e delle sue regole
di trasformazione, il consolidamento e la trasmissione dei saperi contestuali
finalizzati alla riproduzione dei paesaggi regionali, la costruzione, con l'uso
di strumenti appropriati, di un quadro conoscitivo implementabile e
aggiornabile, il raggiungimento di un adeguato livello di fruizione pubblica;
la disciplina contenuta nella presente integrazione del piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico attua l’art. 2 dell’allegato 2 B “Disciplina dei beni paesaggistici” del PIT e ne sostituisce la disciplina;
l’integrazione di cui sopra sostituisce altresì quanto previsto dall’art. 34 bis in materia di installazione di impianti per la produzione di energia da biomasse ed eolico relativamente agli immobili e alle aree di cui all’art. 136 del codice;
Considerato che
in Toscana sono vigenti 365 provvedimenti di vincolo, istituiti con decreto ministeriale dal 1948 al 2007 ai sensi della legislazione attualmente vigente;
dei 365 provvedimenti vigenti 13 presentano dei problemi di interpretazione di alcuni tratti dei perimetri derivanti da formulazioni non univocamente interpretabili, contenute nel decreto istitutivo, per tali provvedimenti la validazione è da rinviare alla commissione regionale di cui all’art.137 del codice e alla l.r. 26/2012;
sono inoltre elencati i 12 provvedimenti per i quali, alla data di entrata in vigore del codice, risulta avviato il procedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico;
i provvedimenti di dichiarazione di notevole interesse pubblico attualmente vigenti, non sono suscettibili di rimozioni o modifiche nel corso della redazione del piano paesaggistico;
i 365 provvedimenti di vincolo vigenti in Toscana, sono così suddivisi rispetto alle cinque soprintendenze territoriali competenti: 45 LU-MS; 78 FI-PO-PT; 46 AR, 63 PI-LI; 134 SI-GR;
la sottoscrizione conclusiva del piano paesaggistico potrà darà avvio ai procedimenti autorizzativi semplificati e per i quali il parere del soprintendente assume natura obbligatoria ma non vincolante;
la formulazione di una specifica disciplina d’uso ha come obiettivo quello di rendere la scheda di vincolo uno strumento utile nell'ambito delle procedure amministrative di autorizzazione, capace di fornire regole e criteri univoci a cui riferirsi sia in fase di ‘valutazione di compatibilità dei progetti di trasformazione’, sia in fase di ‘progettazione’;
per ogni struttura del paesaggio, salvo eccezioni in cui i vincoli per dimensione o per tipologia non ne richiedevano la trattazione, sono individuati gli obiettivi di qualità volti ad assicurare la conservazione degli aspetti e caratteri peculiari del territorio considerato;
ogni obiettivo di qualità trova applicazione in una o più direttive, direttive che prevedono da un lato, il “riconoscimento e/o individuazione” del bene da disciplinare e, dall’altro, la “definizione di strategie, misure e regole /discipline volte” a conseguire l’obiettivo di qualità;
si è proceduto ad un’analisi tematica dei paesaggi toscani attraverso l’individuazione delle principali componenti espressione di valore culturale, storico, testimoniale, identitario, naturalistico, lette singolarmente e nelle loro interrelazioni;
per ogni struttura di paesaggio sono state formulate delle prescrizioni d’uso che consentono interventi di trasformazione con condizionalità rispetto alle modalità e compatibilità individuate;
il corpo prescrittivo è tipizzato secondo tematiche comuni e codificato a livello regionale al fine di fornire regole e criteri omogenei cui riferirsi sia in fase di valutazione di compatibilità dei progetti di trasformazione che in fase di progettazione;
gli atti in adozione contengono anche le norme per l’inserimento paesaggistico degli impianti per la produzione di energie da fonti rinnovabili e l’individuazione dei limiti localizzativi per l’istallazione dei medesimi impianti;
tali norme
disciplinano, rispetto agli immobili ed aree di notevole interesse pubblico, i
criteri e modalità di installazione di impianti fotovoltaici a terra, i limiti
localizzativi e i criteri di installazione degli impianti di produzione di
energia elettrica da biomasse, nonché degli impianti eolici;
Preso atto che
i tavoli tecnici appositamente istituiti e coordinati dalla direzione regionale del MiBAC si sono svolti dal 6 giugno 2012 al 25 settembre 2012;
a seguito della consegna, da parte degli uffici competenti regionali, di copia delle schede di vincolo ai tavoli tecnici, le soprintendenze territoriali hanno completato la trasmissione delle loro integrazioni conclusive;
a conclusione di questo percorso di co-pianificazione, il 22 ottobre è stata sottoscritta l’intesa attuativa del disciplinare approvato con DGR 255/2011 tra il ministero per i beni e le attività culturali e la regione Toscana in merito al lavoro congiunto sulle schede relative agli immobili e alle aree di notevole interesse pubblico ai fini dell’ integrazione paesaggistica del PIT;
Considerato che
in coerenza con la convenzione
europea del paesaggio, il piano, nell’ambito del processo della sua revisione e
del suo completamento, ha inteso assicurare il più ampio livello di
partecipazione pubblica attraverso il coinvolgimento delle associazioni e della
cittadinanza, con particolare attenzione ai “produttori di paesaggio”, oltre
alla concertazione con i soggetti istituzionali;
la partecipazione dei cittadini
è stata sostenuta attraverso iniziative di informazione e di sensibilizzazione
sui temi del paesaggio con particolare riferimento alla percezione sociale
(mappe di comunità) e alla condivisione delle strategie di tutela,
valorizzazione e trasformazione dei paesaggi;
nel processo di revisione e
completamento del piano, un ruolo strategico viene attribuito all’osservatorio
regionale del paesaggio, organismo che si configura all'interno del sistema della
governance toscana quale luogo di confronto tra la regione, gli enti locali ed
altri enti con compiti territoriali, il mondo scientifico e accademico e le
diverse espressioni della società toscana,
l’integrazione paesaggistica del
PIT è soggetta a VAS;
gli adempimenti previsti hanno
arricchito quelle relazioni di “formale” «concertazione e confronto con
rappresentanze istituzionali e sociali, per ricercare preventive linee di
intesa» che l’art. 48 dello
statuto legittima e
implicitamente auspica;
Considerati
i seguenti allegati che formano parte integrante e sostanziale al provvedimento in esame:
A1 :elenco dei vincoli relativi
a immobili ed aree di notevole interesse pubblico di cui all’art. 136 del
codice;
A2 : elenco degli immobili e
delle aree per i quali, alla data di entrata in vigore del Codice, risulta
avviato il procedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico e
relative schede identificative (n. 12);
A3: schede (n. 365) relative a
immobili ed aree di notevole interesse pubblico di cui all'art. 136 del codice,
contenenti:
-
sezione
1 - identificazione del vincolo
-
sezione
2 - analitico descrittiva del vincolo
-
sezione
3 - cartografia identificativa del vincolo scala 1:10.000
-
sezione
4 - disciplina articolata in indirizzi, direttive, prescrizioni d’uso;
A4 : norme comuni per
l’inserimento paesaggistico degli impianti per la produzione di energia da
fonti rinnovabili e l’individuazione dei limiti localizzativi;
A5: elenco dei vincoli da
sottoporre all'esame della commissione regionale di cui all’articolo 137 del
codice e della l.r. 26/2012 per definirne la corretta delimitazione e
rappresentazione cartografica e risolvere le incertezze derivanti da
formulazioni non univocamente interpretabili contenute nel decreto istitutivo;
A6 : definizione dei criteri di
identificazione delle aree gravemente compromesse o degradate ai sensi
dell'art. 143, comma 4, lettera b) del codice;
A7: elenco meramente ricognitivo
delle dichiarazioni notificate ai sensi della l. 778/1922 e identificazione del
vincolo;
A8 : rapporto ambientale redatto ai sensi dell’articolo 24 della l.r. 10/2010;
A9 : sintesi non tecnica redatta ai sensi dell’articolo 24 della l.r. 10/2010;
A10 : relazione del responsabile del procedimento redatta ai sensi dell’art. 16 della l.r. 1/2005;
A11 : rapporto del garante della comunicazione redatto ai
sensi dell’art. 7 del regolamento di attuazione degli artt. 19 e 20 della l.r.
1/2005;
A12 : sostituzione degli artt. 34 bis e 36 della disciplina generale del PIT adottato con DCR 32/2009;
Considerato che
la stesura delle schede elaborata dalla regione ai fini della c.d. “vestizione” dei vincoli paesaggistici è stata oggetto di tavoli bilaterali di co-pianificazione con la direzione regionale del ministero dei beni culturali e con le soprintendenze competenti per territorio;
soprattutto queste ultime hanno apportato in taluni casi sostanziali modifiche e integrazioni alla disciplina, soprattutto per quanto riguarda le prescrizioni d’uso riferite alle aree soggette a tutela;
pur apprezzando l’imponente impegno tecnico svolto dalla regione (istituzionalmente legittimo ma politicamente inefficace nel rapporto con il Mibac) si rileva tuttavia il mancato coinvolgimento delle singole amministrazioni locali in tale delicata fase di analisi territoriale, coinvolgimento che avrebbe potuto prevenire numerosi elementi di criticità che potranno verosimilmente emergere nella concreta applicazione del piano paesaggistico;
si rende pertanto indispensabile una verifica e condivisione dei contenuti del piano con le autonomie locali, al fine di declinare prescrizioni d’uso basate su una concreta ed approfondita conoscenza dell’effettivo attuale stato dei luoghi e su una rilettura critica dei provvedimenti di vincolo più risalenti nel tempo, alla luce delle trasformazioni intervenute negli ultimi decenni;
occorre avviare al più presto un lavoro congiunto con i comuni e le province, che tenga conto del patrimonio conoscitivo e dei contenuti statutari dei PS e dei PTC, al fine di evitare che le regole d’uso si risolvano in precetti vaghi, di incerta interpretazione, se non addirittura contraddittori e/o anacronistici. Non appare del resto né consono alla tradizione toscana di forte coesione e collaborazione interistituzionale, né rispondente ai canoni di buona amministrazione, un processo di pianificazione paesaggistica che - in contrasto con i canoni della convenzione europea del 2000 - non veda un positivo coinvolgimento e confronto con le autonomie, espressione delle comunità locali;
si ritiene necessario avviare un serio percorso di confronto ed approfondimento che consenta di pervenire, nell’arco di alcuni mesi, ad una effettiva implementazione delle schede e delle prescrizioni d’uso. L’esito di tale lavoro potrà eventualmente portare ad una parziale riadozione parti della disciplina, insieme alla porzione di piano paesaggistico relativa alle aree tutelate ex lege, anche al fine di coordinare gli effetti complessivi del sistema dei vincoli;
si giudica in ogni caso
positivamente l’avvio da parte della giunta regionale di una procedura di
concertazione che ha preso avvio in sede di tavolo Istituzionale il 29/10/2012,
anche se la piena accessibilità al cuore del provvedimento, ossia le schede di
dettaglio relative ai vincoli, è stata resa
possibile per le amministrazioni comunali solo dal 20/11/2012;
si
apprezza la disponibilità degli uffici regionali competenti nel soddisfare la
richiesta, formulata da ANCI ed UNCEM Toscana a partire dall’avvio della
concertazione istituzionale, di rendere realmente e direttamente consultabili e
accessibili per le singole amministrazioni comunali le schede di vincolo
relative al proprio territorio;
DELIBERA
di esprimere parere favorevole in merito alla proposta di deliberazione n. 291 “Adozione dell'integrazione paesaggistica del PIT in relazione alle aree e ai beni di notevole interesse pubblico per la parte relativa agli articoli 136 e 143 comma 1 lett. b) del d.lgs. 42/04”, con le seguenti condizioni:
a)
relativamente
alla programmata elaborazione degli ulteriori contenuti del piano paesaggistico
- in particolare per quanto riguarda le aree soggette a tutela ex lege (aree
Galasso) e le parti del territorio soggette a tutela da considerarsi
“gravemente compromesse e degradate” ai sensi dell’art. 143 c. 4 del codice -
già in occasione della fase di analisi territoriale sarebbe stato opportuno
effettuare una puntuale ricognizione finalizzata ad evidenziare con chiarezza
ed obiettività le differenze tra l’attuale stato dei luoghi e la situazione
risalente all’epoca del provvedimento di tutela, così da restituire uno
scenario aggiornato ed attendibile dei valori paesaggistici originari tuttora
presenti, delle modificazioni (coerenti ed incoerenti) prodottesi nel tempo,
delle compromissioni (talora irreversibili) intervenute. Si evidenzia pertanto
che un’analisi critica del sistema delle tutele operanti sul territorio - quale
quella sinteticamente descritta - è presupposto indispensabile per una concreta
razionalizzazione amministrativa nella fase di applicazione e gestione del
piano paesaggistico;
b)
si ritiene
assolutamente pregiudiziale, ai fini della condivisione da parte del sistema
delle autonomie locali del piano paesaggistico, che questo produca una concreta
razionalizzazione degli iter amministrativi ed in particolare un
sensibile abbattimento del numero dei procedimenti autorizzativi riferiti a
microinterventi del tutto irrilevanti a fini paesaggistici, soprattutto nelle
parti del territorio obiettivamente prive di concreto e rilevante interesse
paesaggistico (es: fasce autostradali, zone industriali, periferie urbane);
c)
si considera
essenziale che venga data maggiore omogeneizzazione metodologica e
terminologica del piano in modo da evitare sovrapposizioni, contraddizioni e/o
incertezze interpretative che potrebbero verificarsi a seguito della mancata
rielaborazione regionale - resa impraticabile dalla ristrettezza dei tempi - di
alcune schede nelle quali è stato più sostanziale l’intervento della soprintendenza
competente per territorio;
e
con la raccomandazione
che, pur condividendo l’esigenza di dettare specifiche prescrizioni d’uso per le aree soggette a tutela paesaggistica al fine di limitare in misura sostanziale la discrezionalità delle valutazioni di compatibilità da parte delle autorità preposte, per le considerazioni sopra esposte, la giunta e il consiglio regionale si rendano disponibili a mantenere aperto il confronto istituzionale e tecnico con le autonomie locali, ed in particolare con le singole amministrazioni comunali per il tramite di ANCI ed UNCEM Toscana, fino alla definitiva approvazione del piano paesaggistico, allo scopo di individuare ed eventualmente modificare elementi d’incertezza e criticità presenti nelle diverse schede di vestizione, e soprattutto al fine di coniugare una rafforzata tutela paesaggistica con una concreta e sensibile razionalizzazione degli adempimenti amministrativi per le amministrazioni competenti, per i professionisti e per i cittadini.