P.d.
Risoluzione n. 10 "Documento di programmazione economico-finanziaria
anno 2002: adozione".
PARERE OBBLIGATORIO
1. Il
documento di programmazione economico-finanziaria anno 2002 costituisce
un atto basilare per indirizzare l'azione della Regione nel prossimo
anno: è il punto di raccordo fra gli indirizzi programmatici
e lo strumento finanziario costituito dal bilancio del 2002. E'
sicuramente un documento di grande importanza ed utilità,
sia per la Regione che per gli Enti Locali, poiché contiene
una ricognizione analitica e puntuale di quanto è stato fatto
e di quanto rimane ancora da realizzare.
2.
Il giudizio d'insieme in ordine al documento in esame è positivo
per quanto attiene agli obiettivi in esso definiti. Si tratta infatti
di obiettivi in larga parte condivisi e strettamente connessi alle
linee di sviluppo tracciate nei recenti documenti di programmazione,
sui quali si sono trovate concordi le forze sociali ed economiche
della regione.
Si riscontra altresì positivamente nel documento la presenza
di numerosi elementi emersi nella fase concertativa preliminare
tra Giunta regionale ed associazioni delle autonomie locali ed anche
di elementi indicati dall'ordine del giorno che venne approvato
dal Consiglio regionale in concomitanza con il Dpef 2000, sulla
base delle osservazioni espresse nel parere di questo Consiglio
su quel documento.
3.
Occorre peraltro rilevare che restano, al momento attuale, sullo
sfondo di quanto previsto in questo documento rilevanti elementi
di incertezza del quadro di riferimento per i profili politico-istituzionali,
in relazione sia al recente insediamento di un nuovo governo, improntato
fra l'altro al tema della "devoluzione", che all'ipotesi
di revisione costituzionale, già approvata al termine della
scorsa legislatura ed attualmente soggetta a referendum.
4.
Il documento risulta eccessivamente generico in ordine ai profili
istituzionali e non esamina i rapporti tra strategia istituzionale
e riflessi fiscali.
A questo proposito si vuole qui richiamare la questione dei consorzi
di bonifica che trovano fondamento in leggi settoriali e non sono
ricompresi nel quadro istituzionale e nella programmazione economico
- finanziaria regionale, ma non di meno costituiscono soggetti di
imposizione fiscale direttamente gravanti sui cittadini, che oltretutto
hanno una percezione molto confusa di questa fonte impositiva.
5. Ma l'elemento fondamentale sul quale si vuole richiamare la massima
attenzione è costituito dalla estrema preoccupazione con
la quale gli enti locali guardano allo squilibrio che si delinea
nel Dpef tra previsioni di entrata e fabbisogno. Riteniamo a questo
riguardo forse eccessivamente ottimistica l'analisi previsionale
sull'andamento dei dati economici, dati che presentano, invece,
non poche incertezze.
E' previsto uno squilibrio di bilancio per il 2002 pari a ben 938
miliardi, che potrebbero ridursi a 288 miliardi in virtù
di accordi con il Governo relativi al settore della Sanità.
Ma anche a fronte di tale attesa ed auspicata riduzione dello squilibrio
il problema resta aperto, considerando altresì che in tale
ipotesi lo squilibrio residuo verrebbe a gravare sui settori extra
sanitari, determinando su di essi un impatto percentuale estremamente
elevato a fronte di ridottissimi margini di manovra.
Ora, mentre viene confermata la volontà di non aumentare
la pressione fiscale a titolarità regionale e di alleggerire
altresì il carico fiscale per alcune tipologie di soggetti
e per alcuni settori economici, resta aperto il problema del reperimento
delle risorse necessarie a garantire il mantenimento e la qualificazione
degli standard dei servizi.
Questo obiettivo può essere raggiunto realizzando, con il
concorso di tutti i soggetti interessati una ampia ed efficace opera
di razionalizzazione idonea a produrre concreti risultati. A questa
opera gli enti locali toscani assicurano la loro attiva collaborazione.
Non può invece in alcun modo essere ipotizzato di scaricare
sugli stessi enti locali i maggiori oneri derivanti dall'incremento
delle funzioni e dall'erogazione degli standard dei servizi a fronte
della assunta inamovibilità delle entrate fiscali.
Si è già più volte denunciata la progressiva
erosione in atto dei capitoli del bilancio regionale relativi agli
enti locali e nessun ulteriore passo può essere compiuto
in tale direzione.
6.
In particolare, il settore che pone maggiori problemi è quello
della sanità. E' assolutamente necessario contenere la spesa
sanitaria poiché la sua incidenza sull'intero bilancio regionale
rende difficile indirizzare nuove risorse su settori di pari importanza
e meritevoli d'investimenti finanziari quali l'ambiente ed i servizi
sociali. Il bilancio sanitario rappresenta ben 9330 miliardi sui
circa 10800 dell'intero bilancio regionale ed il tasso di crescita
della spesa sanitaria si aggira attualmente intorno al 6.5-7%. Al
fine di mantenere la crescita della spesa al di sotto del limite
massimo d'incremento previsto dalla Finanziaria 2001 per le spese
2002 sarà opportuno rinnovare l'azione volta ad ottimizzare
e razionalizzare l'utilizzo del personale assegnato alle Aziende
Sanitarie ed a massimizzare le economie di spesa conseguibili a
seguito dell'entrata a regime dei provvedimenti regionali per contenere
i costi di fornitura dei beni e servizi.Si ritiene comunque che
esigenza imprescindibile rimanga sempre quella di garantire ai cittadini
toscani la qualità dell'intervento pubblico e, oltre alla
sua maggiore capacità di cogliere le nuove esigenze di servizi,
la sua efficienza ed efficacia.
7.
Occorre porre in evidenza che anche le risorse attualmente previste
per i nodi infrastrutturali, viari e ferroviari, dal 2002 di competenza
della Regione, sono del tutto insoddisfacienti, inferiori alle occorrenze
della sola Firenze-Pisa-Livorno. La Regione pertanto dovrebbe reperire
nuove risorse attraverso un'operazione complessiva sul credito ed
azioni di finanza di progetto condivise dai singoli territori.
8.
Altri due settori rispetto ai quali si lamenta l'assenza di risorse
sufficienti per il raggiungimento degli obiettivi previsti sono
il sistema economico ed il trasporto pubblico locale.
9.
Per quanto attiene ai profili programmatori, si rileva negativamente
il mancato riferimento, nel documento in esame, al sistema distrettuale
sul quale hanno invece insistito altri recenti atti programmatici
e che sarebbe opportuno tenere in considerazione anche in questo
atto.
10.
Risulta infine non sufficientemente valorizzato nel documento il
ruolo strategico della programmazione dal basso la cui centralità
deve essere riconosciuta nell'ambito della programmazione regionale
e che stenta invece ancora a trovare effettivo spazio nei diversi
settori di intervento.
11.
Si allega al presente parere una nota relativa a specifici profili
inviata dal Comune di Calcinaia.
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