P.d.D. n. 256 – Piano di indirizzo generale integrato
2006-2010, di cui all’art. 31 della LR 26 luglio 2002, n. 32 (Testo Unico della
normativa della Regione Toscana in materia di educazione, istruzione,
orientamento, formazione professionale e lavoro). Approvazione
PARERE OBBLIGATORIO
IL CONSIGLIO
DELLE AUTONOMIE LOCALI
Visti in primo luogo
- l’articolo 66 dello Statuto regionale;
- la legge regionale 21 marzo 2000, n. 36 recante “Nuova disciplina del Consiglio delle Autonomie Locali”;
- il Regolamento interno del Consiglio regionale;
- il Regolamento interno del Consiglio delle Autonomie Locali
Visti in secondo luogo
- la P.d.D. n. 256 di cui all’oggetto;
- la legge regionale 26 luglio 2002, n. 32 “Testo Unico della normativa della Regione Toscana in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro” e successive modifiche;
- il DPGR 8 agosto 2003, n. 47/R “Regolamento di esecuzione della L.R. 26.7.2002, n.32 (Testo unico della normativa della Regione Toscana in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale, lavoro)”
Rilevato in primo luogo
L’atto in esame è adottato ai sensi dell’articolo 31 della legge regionale 26 luglio 2002, n. 32 (Testo Unico della normativa della Regione Toscana in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro) che prevede che la programmazione generale degli interventi in tali materie avvenga attraverso l’adozione di un documento programmatico unico, il Piano di Indirizzo Generale Integrato.
La funzione del Piano è sostanzialmente quella di dare attuazione in Toscana alla strategia europea definita nel vertice di Lisbona e ulteriormente specificata nei vertici successivi ed agli orientamenti comunitari della politica di coesione, ovvero, in sintesi, costruire una “società ad alta competitività, fondata sulla conoscenza, con la creazione di migliori e maggiori lavori, economicamente stabili, qualificati e tutelati, in un contesto di forte coesione sociale e ambientalmente sostenibile nel lungo periodo”.
Le priorità di intervento del Piano, che si muove nell’ambito della legislazione vigente ma con l’auspicio di una sua modifica, sono definite con riferimento a specifiche fasce di destinatari e soprattutto alle loro esigenze, nella convinzione che sia compito del sistema di orientamento, istruzione, formazione, lavoro, educazione e ricerca, adattarsi alle esigenze ed alle specificità dei diversi “target” e dunque alle peculiarità dei singoli individui. Si rafforza così il concetto di un sistema pubblico integrato e coordinato con quello associativo e privato sempre più al servizio delle individualità. Sotto questo profilo viene pertanto confermata l’impostazione del precedente piano di indirizzo orientato più sulla domanda sociale che sull’offerta.
L’obiettivo generale che il Piano persegue è il seguente: “Sostenere lo sviluppo di una Regione della conoscenza attraverso la costruzione di un sistema regionale integrato che garantisca il diritto all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita quale fondamento necessario per il diritto allo studio ed il diritto al lavoro, la piena realizzazione della libertà individuale e dell’integrazione sociale. Sostenere la crescita del numero e della qualità dei posti di lavoro per un più elevato utilizzo del potenziale esistente nella regione. Rafforzare l’integrazione del sistema regionale promuovendo in modo diffuso ed a tutti i livelli lo sviluppo di capacità di cooperazione interistituzionale e fra soggetti pubblici e privati”
I principi dell’integrazione fra le politiche vengono pertanto riaffermati e rafforzati e si individua nel concetto di “apprendimento permanente” (lifelong learning) l’elemento portante del Piano. Tale concetto viene considerato come l’idea guida capace di progettare il processo formativo nella sua globalità, il fattore strategico non solo per lo sviluppo economico e l’innalzamento della competitività del sistema toscana ma anche lo strumento prioritario per l’affermazione del diritto al lavoro ed allo studio nonché di tutti i diritti di cittadinanza delle persone.
L’ obiettivo generale, sopra esposto, è articolato in sei obiettivi strategici, quali:
1) Consolidare il sistema regionale integrato per il diritto all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, per assicurare un quadro di orientamento, istruzione, formazione iniziale e continua che consenta di raggiungere alti livelli di formazione e di professionalità, elevata coesione sociale e di connettere l’alta formazione alle esigenze dell’economia locale;
2) Sostenere le
politiche del lavoro dirette a promuovere la
piena e buona occupazione ed a ridurre il tasso di precarietà
incentivando la stabilità e la tutela del lavoro discontinuo. Adeguare
l’offerta dei servizi ai mutamenti nell’organizzazione del lavoro e nelle
professioni al fine di incidere con maggiore efficacia sull’occupabilità,
l’imprenditorialità, l’adattabilità e le pari opportunità con particolare
attenzione alle figure emergenti ed alle nuove forme di lavoro. Accompagnare il
processo di innovazione tecnologica e di riconversione economica e produttiva
con una politica di solida e stabile occupazione. Rafforzare le azioni per la
sicurezza sui luoghi di lavoro e per la lotta al “lavoro nero”;
3) Sviluppare la
dimensione internazionale delle politiche dell’educazione, istruzione,
formazione e lavoro per contribuire al processo di costruzione ed allargamento
dell’unione europea e per arricchire le possibilità di mobilità e di scambio
dei cittadini e degli operatori del sistema integrato;
4) Promuovere e
sostenere come priorità per lo sviluppo: la ricerca scientifica ed i rapporti
con l’università ed i centri di ricerca; il riordino e l’aggregazione delle
funzioni delle tante realtà presenti; il governo delle scelte sui settori
prioritari in cui è opportuno intervenire; la certificazione della qualità
degli interventi; le modalità con cui attivare risorse non solo pubbliche; la
flessibilità e facilità di accesso fra mondo della ricerca ed imprese; il
trasferimento della ricerca e dell’innovazione verso le imprese ed il
territorio; la divulgazione dei risultati raggiunti; un’efficace politica dei
brevetti; la mitigazione del livello di rischiosità degli investimenti
innovativi attraverso un ruolo efficace di Fidi Toscana;
5) Sostenere
l’attuazione del Piano attraverso azioni volte all’innovazione ed
all’integrazione dei sistemi di istruzione, formazione, orientamento e lavoro,
alla modernizzazione e potenziamento dei servizi. Accrescere l’efficacia delle
politiche ed il radicamento territoriale degli interventi attraverso
l’attivazione e la messa in rete dei diversi attori sociali che possono
contribuire alla costruzione di una società della conoscenza ed allo sviluppo
di un mercato del lavoro efficiente e trasparente;
6) Perseguire la
crescita della qualità e dell’efficienza dei servizi offerti mediante la
costruzione di un sistema regionale delle competenze e dell’orientamento come
condizione per l’esercizio del diritto all’apprendimento durante tutto l’arco
della vita.
Ognuno di questi obiettivi è a sua volta articolato in ulteriori obiettivi specifici: di ciascuno di essi sono indicate caratteristiche, finalità operative, destinatari e strumenti di finanziamento delle azioni programmate.
Il Piano concorre alla realizzazione degli obiettivi del PRS 2006-2010 assumendo come riferimento le priorità contenute nei tre progetti integrati regionali (PIR): 1) Lo spazio regionale della ricerca e dell’innovazione (sottoprogetto 1.1.a) 2) Qualità della formazione: a partire dall’infanzia lungo l’arco della vita; 3) Innovazione, qualità e sicurezza del lavoro.
Per quanto concerne il merito si ritiene opportuno segnalare i seguenti aspetti individuati con riferimento ai destinatari degli interventi in esso previsti:
a) Infanzia, adolescenti e giovani: Nell’ambito dei servizi rivolti alla prima infanzia, quale primo momento di educazione non formale, viene individuato come obiettivo primario quello di favorire la diversificazione delle tipologie di servizi (sempre con riferimento a quelli previsti dalla normativa regionale) ed il potenziamento e la generalizzazione delle attività della scuola dell’infanzia: ciò in modo da avere, entro il 2010, servizi per la prima infanzia per il 33% dei bambini in età 0/3 anni (obiettivo europeo) e di garantire il diritto per la totalità dei bambini (100%) da tre a sei anni, senza distinzione di origini, di usufruire dei servizi della scuola dell’infanzia. E’ inoltre previsto un premio incentivante per i comuni che promuovono una progressiva riorganizzazione di questi servizi: tali riorganizzazioni possono essere svolte anche avvalendosi del contributo e dell’iniziativa del privato sociale. Si ritiene infatti che il sistema privato di qualità, certificato e convenzionato con i comuni, debba essere promosso ed ampliato.
Per quanto concerne il primo ed il secondo ciclo del Sistema scolastico, tra gli obiettivi da realizzare viene individuato quello della crescita della qualità dell’istruzione e dello sviluppo dell’innovazione didattica realizzabile attraverso il potenziamento dell’efficacia dei progetti integrati di area.
Continuano ad essere inoltre previste azioni per la diminuzione dell’abbandono scolastico: sia misure per facilitare l’accesso alle scuole di ogni ordine e grado sia interventi per garantire ai giovani un percorso di studio continuo e costante volto al successo scolastico. In particolare viene incentivata la generalizzazione a tutto il territorio regionale della formula degli Istituti comprensivi in modo da diminuire l’insuccesso scolastico nel passaggio fra un grado di scuola e quello successivo: si ritiene infatti che sia più facile per i docenti programmare interventi di crescita culturale e recupero degli svantaggi sociali dei propri studenti nel corso di un periodo lungo undici anni.
Viene promosso lo sviluppo degli Osservatori Scolastici Provinciali e, nell’ambito di questi, dell’anagrafe provinciale degli studenti, in modo da poter monitorare il percorso individuale degli studenti.
Particolare attenzione viene inoltre prestata al miglioramento delle strutture edilizie scolastiche ed al loro adeguamento anche attraverso la redazione di Piani zonali di localizzazione delle strutture: a tal proposito è previsto un fondo regionale per il sostegno finanziario agli enti locali per interventi urgenti riguardanti strutture a rischio di chiusura per problemi di sicurezza ed inagibilità. L’entità del fondo e le principali modalità per l’assegnazione agli enti locali dei relativi contributi finanziari sono stabiliti con leggi annuali di bilancio.
Per quanto concerne i giovani si afferma la necessità di sostenere forme di mobilità e di integrazione con i paesi dell’Unione europea e l’imprenditoria giovanile nel campo dei progetti europei.
b) Studenti universitari
Particolare attenzione viene posta al sistema del diritto allo studio universitario e soprattutto alle modalità dell’erogazione dei servizi relativi al DSU (borse di studio, servizi abitativi, servizi di ristorazione, servizi a studenti disabili ed a studenti dei poli universitari penitenziari) che si ritiene debbano essere riviste in modo da consentire un soddisfacimento sempre maggiore della crescente domanda. E’ previsto che l’intervento si concentri soprattutto sui servizi essenziali ovvero alloggi, borse di studio e mensa. L’obiettivo finale è quello di erogare la borsa di studio a tutti gli aventi diritto prevedendo che il valore monetario delle prestazioni dell’alloggio e del servizio mensa incida sull’importo monetario della stessa borsa di studio. Sono inoltre stabilite forme di restituzione dell’erogazione nel caso di mancata prosecuzione degli studi in modo da scoraggiare chi non è interessato o è scarsamente motivato a completare il ciclo di studi. Per quanto concerne le residenze universitarie, l’obiettivo da realizzare è individuato nell’aumento del numero di alloggi disponibili attraverso investimenti specifici in modo da rispondere ai bisogni fondamentali dei fuori sede e ridurre il caro affitti del mercato privato. Sono contemplate riserve di posti alloggio anche per le esigenze della mobilità internazionale.
c) Individui in cerca di
occupazione
L’obiettivo da realizzare è la definizione di un sistema di interventi di formazione ed orientamento volti a consentire al singolo individuo, giovane od adulto, di collocarsi professionalmente. Per la realizzazione di questo obiettivo sono previsti i seguenti strumenti:
1) in primo luogo, l’aumento del numero dei corsi universitari e soprattutto delle facoltà scientifiche in maniera tale da realizzare entro il 2010 l’obiettivo fissato dall’Unione Europea di un aumento dei laureati nelle facoltà scientifiche (matematica, scienze e tecnologia) di almeno il 15% rispetto al 2000; 2) l’avvio della riflessione su una proposta di legge per il sostegno alla ricerca e per i rapporti con l’Università, che definisca un nuovo sistema di governance ed un rapporto più produttivo fra Regione ed Università; 3) potenziamento dei Servizi per il lavoro al fine di aumentarne l’efficacia; 4) sostegno di interventi individuali (voucher) per percorsi e settori mirati e concordati con l’università. (master e dottorati di ricerca); 5) la revisione della legge regionale sull’imprenditoria giovanile fondata sull’introduzione di meccanismi che premino le capacità imprenditoriali in specifici settori di sviluppo (in particolare il settore manifatturiero e quello delle aziende di servizi avanzati alle imprese), anche attraverso il monitoraggio dei risultati, 6) valorizzazione dell’apprendistato (nelle sue tre tipologie) ritenuto in grado di conciliare le esigenze delle imprese con la domanda di posti di lavoro.
d) Occupati e lavoratori in
mobilità dai processi produttivi
Si prevede in primo luogo un fondo di sostegno per il reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori in mobilità. Tramite questo fondo saranno erogati incentivi alle imprese per l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori ultra quarantacinquenni in mobilità o per la trasformazione dei contratti di lavoro a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Le imprese destinatarie saranno individuate attraverso avviso pubblico. A sostegno dei lavoratori in CIGS concessa in presenza di procedure concorsuali o crisi aziendale aggravata da situazione finanziaria precaria che impedisca l’erogazione della retribuzione, è invece istituito un fondo volto a garantire loro una continuità retributiva nel periodo intercorrente fra la concessione della cassa integrazione e quello dell’effettiva erogazione dei fondi da parte dell’INPS.
I lavoratori in CIGS inseriti in corsi di formazione professionale possono usufruire di specifici contributi da parte della Regione destinati a compensare le spese sostenute per la frequenza agli stessi corsi.
e) Lavoratori atipici
L’obiettivo da realizzare è la tutela di questi soggetti predisponendo iniziative ed interventi sia sul fronte della formazione (sistema di formazione permanente in grado di sostenere percorsi formativi individuali ed azioni di tutoraggio e supporto all’imprenditorialità) che su quello del sistema di protezione sociale e delle garanzie per la salute. Sotto quest’ultimo profilo si segnala la previsione della creazione di un apposito fondo regionale destinato ad agevolare l’acquisto di beni strumentali da parte di giovani sotto i 35 anni titolari di contratti a progetto o di contratti d collaborazione coordinata e continuativa (con un compenso mensile non inferiore a limiti definiti). Esso interverrà, a condizioni da determinare, in favore dei destinatari nei periodi di passaggio da una situazione lavorativa ad un’altra e nei casi in cui non sia possibile provvedere al pagamento di una rata del mutuo ipotecario.
f) Donne
Al fine di provvedere alla considerevole differenza esistente fra uomini e donne sotto il profilo del livello quantitativo di partecipazione al lavoro e di occupazione, sono previste una serie di azioni, quali:
1) conciliazione fra vita familiare e vita lavorativa attraverso il rafforzamento della presenza sul territorio di servizi a supporto delle famiglie (asili nido aziendali, servizi educativi per l’infanzia e servizi extrascolastici per bambini a supporto delle lavoratrici) e la promozione di interventi individuali (cd. voucher di conciliazione) il cui scopo principale è garantire l’accesso alla formazione a donne gravate da carichi di lavoro, finanziando loro i servizi di cura di cui necessitano per l’intero periodo formativo; 2) azioni di orientamento, formazione, ed informazione finalizzate a rafforzare la presenza femminile nell’area del lavoro indipendente in settori che possano contribuire maggiormente all’innovazione, al recupero di competitività dei sistemi produttivi e terziari della Toscana; 3) rafforzamento degli sportelli dei Servizi per il lavoro caratterizzandoli su tematiche legate all’occupazione femminile ed inserimento all’interno dei servizi per il lavoro di un soggetto con competenze professionali specifiche, quali la “Referente di genere”; 4) incentivazione all’inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro delle donne nella classe di età 35-45 anni attraverso la previsione di un apposito fondo che opererà attraverso incentivi alle imprese per l’assunzione, promuovendo in maniera particolare l’istituto del lavoro a tempo parziale a tempo indeterminato (le imprese destinatarie saranno individuate attraverso avviso pubblico); 5) interventi finalizzati ad incentivare la presenza delle donne nelle facoltà universitarie scientifiche attraverso percorsi di orientamento in ingresso (pre-universitari), in itinere (universitari) ed in uscita (post-universitari).
g) Disabili
L’obiettivo da realizzare è quello di imperniare il sistema degli interventi a favore dei disabili su progetti di inserimento mirato e su azioni formative finalizzate, al termine dell’attività di formazione, alla loro assunzione. Particolarmente valorizzati sono inoltre i programmi volti alla creazione di nuovi posti di lavoro presentati dalle cooperative sociali di tipo B e dalle cooperative di servizi anche in collaborazione con le imprese industriali, artigiane, commerciali ed agricole nonché le attività di tutoraggio ed accompagnamento del disabile durante l’inserimento lavorativo.
h) Immigrati
Gli interventi della Regione rispetto a questi soggetti sono finalizzati in primo luogo a garantire loro un inserimento lavorativo che sia positivo anche per il mercato del lavoro regionale e le attività produttive e distributive della regione, in secondo luogo a favorire l’emersione dalla condizione di clandestinità che riguarda gran parte di questi soggetti ed infine, ad effettuare interventi di formazione nei paesi di provenienza di gruppi di immigrati richiesti dal sistema socio economico della regione.
Il Piano sostiene l’adozione dei modelli di programmazione territoriale integrata e la diffusione di pratiche di cooperazione fra gli attori presenti nelle diverse aree di intervento ritenendo che i progetti integrati di area siano lo strumento per il superamento del settorialismo e dell’autoreferenzialità dei soggetti istituzionali operanti nel campo dell’istruzione: Province, Comuni, Autonomie scolastiche devono mettere insieme ed integrare risorse, energie, capacità progettuali per rispondere ai bisogni formativi espressi dal territorio. Conformemente a quanto previsto nel Protocollo sulla governance territoriale stipulato da ANCI, URPT, UNCEM il 17 maggio 2004 e relativo ai rapporti ed agli strumenti di cooperazione e collaborazione per la progressiva costruzione di un sistema regionale integrato per il diritto all’apprendimento, è stabilito che i progetti integrati di area scaturiscano da un percorso costituito dagli atti della programmazione locale: ciò garantisce la finalizzazione degli interventi ai reali bisogni formativi del territorio.
L’atto in esame costituisce il risultato di un procedimento particolarmente complesso i cui passaggi essenziali sono stati:
a) Illustrazione del documento preliminare da parte dell’Assessore regionale al Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 48 dello Statuto regionale ed approvazione da parte del Consiglio regionale di un atto di indirizzo (mozione n. 148 del 21 dicembre 2005); b) comunicazione del documento preliminare da parte dell’Assessore regionale alla III e V commissione consiliare; c) Comitato Tecnico di programmazione (CTP); d) Tavolo di concertazione istituzionale; e) Comitato di coordinamento Istituzionale (LR 32/02); f) Commissione regionale permanente tripartita (LR 32/02); f) Tavolo di concertazione Generale; g) Giunta regionale;
Nel corso del citato Tavolo di concertazione istituzionale del 19 giugno 2006 le Associazioni rappresentative degli enti locali hanno concordemente espresso una valutazione positiva sull’atto in esame. Tale giudizio favorevole è stato determinato dal recepimento in esso delle osservazioni e dei rilievi formulati dalle stesse associazioni nel corso del suo procedimento di formazione, oggetto di particolare apprezzamento in quanto aperto alla partecipazione degli enti locali e delle forze sociali.
- Di esprimere parere favorevole sulla P.d.D. n.
256 – Piano di indirizzo generale integrato 2006-2010, di cui all’art. 31 della
LR 26 luglio 2002, n. 32 (Testo Unico della normativa della Regione Toscana in
materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e
lavoro). Approvazione.
- Di formulare al contempo la seguente raccomandazione:
Con riferimento al par. 4.5. “Procedure per l’attuazione
dei Progetti Integrati di Area” (azione a.2 – obiettivo specifico 5.1),
specificare le percentuali secondo le quali la Regione ripartisce ed assegna le
risorse disponibili alle Province.