Firenze,
13 luglio 2010
- Al Presidente del Consiglio regionale
e
p. c. - Al Presidente della Giunta regionale
- All’Assessore proponente
- Al Dirigente responsabile
- Al
Segretario generale del Consiglio regionale
- Al Direttore dell’Area di Assistenza legislativa, giuridica
e istituzionale
Proposta di risoluzione n. 7
“Documento di programmazione
economica e finanziaria per l’esercizio
favorevole favorevole favorevole contrario
contrario
con
raccomandazioni con condizioni con raccomandazioni
PARERE OBBLIGATORIO
X
________________________________________________________________________________________________
OSSERVAZIONI
FACOLTATIVE
All’unanimità
X A
maggioranza
A
maggioranza con motivazioni contrarie di
una componente istituzionale (art. 12 co. 4 Reg. CdAL) |
NOTE:
Allegato parere |
D’ordine del
Presidente
Liliana Fiorini
Proposta di risoluzione n. 7 “Documento
di programmazione economica e finanziaria per l’esercizio
PARERE
OBBLIGATORIO
IL CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI
Seduta del 6 luglio 2010
RILEVATO
CHE
il
DPEF 2011 è il primo documento
programmatico della legislatura che segue il Programma di governo 2010-2015 e
avvia il percorso di elaborazione del Programma regionale di sviluppo (PRS)
2011-2015;
il
DPEF 2011 rappresenta il documento preliminare del PRS 2011-2015, ai sensi di
quanto previsto dall’art. 48 dello Statuto;
- aumentare la produttività,
“fare impresa”, creare lavoro qualificato e ridurre la precarietà;
-
promuovere uno sviluppo sostenibile e rinnovabile;
-
fare della cultura aperta alla contemporaneità, un motore di sviluppo;
-
favorire l’accessibilità materiale e immateriale attraverso una rete di
città con infrastrutture moderne ed efficienti;
-
realizzare una visione territoriale integrata;
-
perseguire l’eccellenza qualitativa della scuola, rilanciare il sistema
universitario e rafforzare il sistema della formazione continua;
-
garantire adeguata protezione individuale ed elevata coesione sociale;
-
favorire il dinamismo e l’emancipazione di tutte le famiglie e dei giovani;
-
realizzare un’amministrazione pubblica focalizzata sui risultati,
trasparente e responsabile nei confronti dei cittadini e delle imprese e che
incoraggi l’impegno e premi il merito;
-
svolgere un ruolo da protagonista nel federalismo e nel progresso civile;
PRESO ATTO CHE
il nuovo PRS sarà costruito attraverso un
coinvolgimento attivo, sia nella fase di elaborazione che di attuazione, di
tutti i soggetti del sistema di governo toscano, dagli enti locali, alle parti
economiche, sociali e ambientali;
le azioni prioritarie, che
poi troveranno la loro cornice di riferimento nei piani e programmi regionali
di settore, si sviluppano nelle seguenti aree di intervento:
a)
competitività del
sistema regionale e capitale umano, attraverso obiettivi riguardanti le
politiche per le attività produttive extra-agricole, il settore
dell’agro-industria, le politiche per il lavoro, l’occupazione e la formazione,
le politiche per l’istruzione, la ricerca e l’università;
b) sostenibilità, qualità del territorio e dell’infrastrutturazione,
attraverso politiche ambientali, di governo del territorio e della mobilità;
c)
diritti di
cittadinanza e coesione sociale, attraverso la costruzione di un nuovo Piano
socio-sanitario, la definizione di nuove politiche per l’inclusione sociale, di
integrazione dei cittadini stranieri, di azioni dirette ai bisogni delle nuove
generazioni, di politiche per i minori e per le famiglie, interventi sulla
parità di genere, iniziative programmate sui luoghi e sugli eventi della
cultura;
d) governance
ed efficienza della Pubblica amministrazione in particolare per ciò che
concerne l’efficacia della spesa pubblica e l’allocazione di risorse in base ai
risultati e non in base alle attività. A tale scopo il DPEF individua le
seguenti priorità:
- un Patto di stabilità territoriale con l’obiettivo di
rispondere alle specificità locali e premiare la capacità di effettuare
investimenti, mantenendo l’obiettivo di contenimento della spesa a livello
aggregato che veda coinvolte tutte le pubbliche amministrazioni toscane, con un
ruolo di coordinamento per l’amministrazione regionale al fine di rimodulare le
regole in vigore, superandone i vincoli e le rigidità;
- la revisione dei processi di governance
interistituzionale e con le parti sociali, con l’obiettivo di concentrare
gli interventi regionali su obiettivi condivisi e misurabili, garantendo al
contempo tempi certi ai processi decisionali e attuativi;
- il potenziamento degli strumenti di semplificazione e
sburocratizzazione nei rapporti tra Pubblica amministrazione e cittadini e imprese,
proseguendo e sviluppando il percorso tracciato dalla L.R. 40/2009;
- le riforme dei servizi pubblici locali, con
l’obiettivo di promuoverne lo sviluppo e assicurare un servizio di qualità
economicamente sostenibile ai cittadini;
- l’innovazione istituzionale, attraverso l’aggregazione
degli enti locali con l’obiettivo di ricondurre lo svolgimento efficace ed
efficiente di funzioni al giusto livello territoriale, semplificando i ruoli
della Regione, degli enti locali e delle istituzioni intermedie, eliminando le
sovrapposizioni di competenze, con le conseguenti sinergie economiche. In tale
contesto, saranno agevolati i processi aggregativi dei Comuni e delle Province,
l’esercizio associato di funzioni, le esperienze di unità dell’amministrazione
che portano efficienza e qualità e si muovono verso la modernizzazione
amministrativa, favorendo la nascita di Unioni di Comuni, con il superamento
della pluralità di soggetti intermedi oggi esistenti e prevedendo la
soppressione delle Comunità montane. Sullo stesso registro, saranno favorite le
esperienze, già in corso, di esercizio congiunto delle funzioni da parte delle
Province. L’obiettivo è quello di costruire in Toscana le istituzioni della
sussidiarietà, mediante la valorizzazione dei Comuni e delle Unioni di Comuni,
come soggetto associativo unico sub provinciale e delle Province e delle loro
forme associative.
-
la
razionalizzazione del proprio portafoglio di partecipazioni, con l’obiettivo di
liberare risorse per lo sviluppo e assicurare, laddove possibile, un servizio
migliore ai cittadini.
CONSIDERATO CHE
l’incertezza delle previsioni finanziarie
pluriennali assume quest’anno un livello molto elevato per effetto sia
dell’impatto della manovra finanziaria dello Stato di cui al D.L. 78/2010,
ancora di difficile valutazione nelle sue specifiche ricadute territoriali e
settoriali, sia delle tendenze dal lato delle entrate, che mostrano già nel
2010 una riduzione del flusso, dovuto in gran parte alla flessione consistente
del PIL a livello nazionale e regionale;
le stime indicano per
la manovra statale interviene in un contesto
reso più difficile dagli effetti della crisi economica che, da un lato richiede
interventi straordinari di sostegno alle imprese ed ai lavoratori e, dall’altro
riduce l’entità delle risorse disponibili per effetto della riduzione del PIL a
livello nazionale e regionale tale da far prevedere una flessione delle entrate
tributarie “in libera disponibilità” di circa 25 milioni di euro annui;
una tale riduzione non può essere, per la sua
stessa consistenza, compensata dalla riduzione dei costi di funzionamento della
struttura regionale allargata, per la quale il Programma di Governo già
prevedeva una riduzione dell’1% all’anno;
PRESO ATTO CHE
con questo DPEF
sono allo studio interventi di
razionalizzazione dei costi della struttura regionale, del sistema degli enti e
delle agenzie regionali, dei contributi alle fondazioni dei trasferimenti agli enti
locali per il loro funzionamento, che dovrebbero portare ad un risparmio di
circa 20-25 milioni di euro;
CONSIDERATO CHE
appare ancora difficile, stante l’incertezza circa
il livello delle risorse tagliate ad ogni Regione, fornire anticipazioni delle
ricadute settoriali, ma che una volta possibile disporre di un esatta stima
dell’impatto della manovra in Toscana,
l’insieme degli interventi sulla “macchina”
regionale allargata, su quella dei soggetti esterni che ricevono trasferimenti
dalla Regione, unita alla revisione complessiva del sistema della spesa
regionale non potrà, comunque, compensare l’entità dei tagli apportati dalla
manovra, se questa dovesse mantenersi sui livelli previsti dal D.L. 78/2010;
per il 2011 il previsto taglio di 320 milioni
sarebbe pari a circa il 60% di tutta la disponibilità di spesa corrente della
Regione Toscana in termini di politiche settoriali al netto della spesa
sanitaria e di quella di funzionamento e che di questa spesa corrente circa il
70% è trasferita agli enti locali, sui quali interviene una ulteriore riduzione
dei trasferimenti dallo Stato di altri 150 milioni;
tale situazione non è di tipo congiunturale
dal momento che nel 2012 e anni successivi il taglio sarà maggiore e
permanente;
RICORDATO
che
RILEVATO
CHE
il contrasto all’evasione e all’elusione
fiscale sarà l’unica vera fonte di entrata supplementare per il sistema
pubblico, tanto più efficace nella misura in cui verrà supportato da un sistema
di premialità volto a favorire i territori più impegnati nello sforzo di
recupero di base imponibile, lasciando agli stessi territori i benefici del
maggior gettito;
in merito ai controlli ai fini IRAP sui
soggetti passivi, nel 2010 è stata rinnovata la convenzione con l’Agenzia delle
entrate che recepisce le novità introdotte dalla legge finanziaria per il
i Comuni potranno disporre di un innovativo
sistema informativo realizzato nell’ambito del programma ELISA ed in via di
diffusione nel corso del 2010;
per le maggiori somme riscosse a titolo
definitivo,
la consapevolezza dell’ipoteca che la crisi
economica - e ancor più la risposta data dalla manovra finanziaria statale -
fanno gravare sul federalismo fiscale, nulla toglie alle potenzialità
realizzative fissate con l’Intesa interistituzionale tra Giunta regionale, Anci
e Upi toscane, che nell’aprile
tale intesa ha dato vita ad un’attività
collaborativa finalizzata ad un’equilibrata ed efficace allocazione delle
risorse sul territorio in un’ottica di marcata autonomia tributaria, da un
lato, e di forte coordinamento della finanza pubblica dall’altro, agevolando e
rendendo possibile la costruzione di un sistema di governance
interistituzionale efficiente, partecipato e condiviso;
VISTA
la recente presentazione al Consiglio
regionale di una proposta di legge regionale in merito all’istituzione del
Patto di stabilità territoriale;
CONSIDERATO CHE
già in precedenza
per l’anno 2010 e successivi,
VISTO
il
documento “Esiti del percorso di confronto ai tavoli di concertazione
istituzionale e generale sul Documento di programmazione economico e
finanziaria
IL CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI
nel
valutare positivamente il Documento di programmazione economico e finanziaria
2011:
- per le priorità e gli obiettivi generali che esso si
pone in termini di perseguimento di uno sviluppo economico e sociale
sostenibile e in grado al contempo di attrarre investimenti, rilanciare un
grande programma di opere infrastrutturali e valorizzare le risorse umane e
ambientali del territorio regionale;
- per il cambiamento sostanziale introdotto nel metodo
di realizzazione delle politiche regionali non più considerate, attraverso un
approccio lineare e solo settoriale, come declaratoria di processi, ma definite per obiettivi valutabili e misurabili;
- per l’impianto solidaristico e fortemente
collaborativo posto alla base del rapporto con gli enti locali, esprimendo a
riguardo consapevolezza dei rischi di arretramento del loro grado di autonomia
e di sempre maggiore difficoltà a garantire un’offerta di servizi all’altezza
dei livelli acquisiti, mettendo così in pericolo la stabilità e la coesione
sociale delle nostre comunità;
- per la riproposizione del patto di stabilità
territoriale, quale nuovo strumento di coordinamento della finanza regionale in
grado di allentare i vincoli che gravano sui Comuni e sulle Province e rendere
possibile una ripresa degli investimenti;
- per le preoccupazioni espresse, e fatte proprie dal
Consiglio delle autonomie locali, sulla manovra economica del Governo nazionale
che incide pesantemente sulle risorse necessarie a far funzionare la scuola, il
trasporto pubblico locale, l’attività della protezione civile, gli interventi
per la casa, per l’agricoltura e per le politiche sociali, con l’azzeramento
del Fondo per la non autosufficienza e colpendo i lavoratori pubblici a basso
reddito;
ritiene,
tuttavia, che l’importanza del DPEF la cui impostazione politica e strategica
si proietta in uno scenario di estrema difficoltà, per le ricadute sul sistema
economico e sociale della regione e per la ridefinizione, anche all’interno del
nostro territorio, di nuovi assetti istituzionali, avrebbero reso necessario un
confronto più approfondito e articolato con le autonomie locali. I due incontri
svolti, al Tavolo di concertazione istituzionale e al Tavolo di concertazione generale,
non sono sembrati sufficienti per esaminare la complessità dei problemi che si
aprono nei prossimi mesi e nei prossimi anni. In particolare per ciò che
riguarda le realtà di minori dimensioni, esposte più di altre alla paralisi
organizzativa e al collasso amministrativo. A riguardo si rende indispensabile
una riflessione complessiva sul metodo della concertazione, per come è
disciplinata e attuata in Toscana, rivolgendo la massima attenzione, piuttosto
che al rispetto delle formalità, alla sostanza dei problemi che la crisi
acuisce e che richiedono certezza di risultati e rapidità di risposte;
DELIBERA
di esprimere parere favorevole in merito alla Proposta di risoluzione n. 7 “Documento
di programmazione economica e finanziaria per l’esercizio
- introdurre nel testo un riferimento alle particolari
difficoltà in cui si trovano le realtà amministrative locali di più piccole
dimensioni con specifico riguardo ai comuni della montagna;
- correggere il termine “soppressione” delle Comunità
montane con il termine “superamento” delle Comunità montane, quale punto di
arrivo di un percorso partecipato e condiviso fra tra tutti i soggetti
istituzionali ai quali