P.d.d. n.
869 - Approvazione piano di indirizzo generale integrato
art. 31 L.R. 32/02
PARERE
OBBLIGATORIO
Premessa
La
proposta di deliberazione in esame approva il Piano di Indirizzo
generale integrato dell'educazione, istruzione, orientamento, formazione
e politiche del lavoro previsto dall'art. 31 della L.R. 32/02 "Testo
Unico della normativa della Regione Toscana in materia di educazione,
istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro"
e diretto a dare vita ad un sistema che realizzi la libertà
individuale e l'integrazione sociale, attraverso il diritto all'apprendimento
per tutto l'arco della vita.
Il Piano ha una dimensione temporale definita (quinquennale) in
raccordo temporale con il Programma Regionale di Sviluppo (PRS)
e si aggancia all'arco di legislatura ancora da svolgersi stabilendo
gli indirizzi per gli interventi che verranno realizzati fino all'intero
anno 2005.
Si colloca in un sistema di competenze ripartite fra Stato, Regioni
ed Enti territoriali reso più complesso a seguito della riforma
del Titolo V della Costituzione che ha ampliato le competenze regionali
in materia di istruzione, formazione professionale e lavoro creando
allo stesso tempo un problema di coordinamento con la legislazione
precedente. Questo nuovo quadro è contraddistinto anche dal
riconoscimento del ruolo che vengono ad assumere le autonomie territoriali
oltre a quelle funzionali.
Il
Piano in esame si propone di realizzare un'integrazione globale,
che è possibile analizzare sotto tre distinti profili:
a)
integrazione dei settori di intervento (interventi di orientamento,
formativi, educativi e di politica del lavoro) finalizzata a creare
una cultura dell'interscambio e della cooperazione attraverso lo
sviluppo delle autonomie funzionali;
b)
integrazione istituzionale: al modello della "competenza"
si sostituisce il modello della "governance cooperativa"
e della sussidiarietà, contraddistinto dal superamento della
separatezza dei poteri e dallo sviluppo della cooperazione fra i
diversi soggetti e livelli istituzionali. Tale modello, già
affermato nel PRS, deve interpretarsi come volontario e tendenziale
in quanto incentivato e favorito dalla Regione e non piuttosto imposto
"dall'alto". Regione, Province e Comuni sono pertanto
chiamati a realizzare nel proprio ambito di competenze la massima
integrazione delle politiche e degli interventi ed il massimo coinvolgimento
di tutti gli attori presenti nelle diverse aree di intervento. Tali
aree sono:
Area dell'apprendimento formale (Istruzione e formazione)
Area dell'apprendimento non formale (Educazione non formale dell'infanzia,
dell'adolescenza, dei giovani e degli adulti)
Area dell'apprendimento informale
Per
quanto concerne in particolare il modello di programmazione locale
il Piano prevede che le Province adottino un piano di indirizzo
integrato provinciale a durata pluriennale che definisce le linee
strategiche di intervento nell'area dell'istruzione, formazione,
orientamento e lavoro in raccordo agli indirizzi della programmazione
regionale. Alla formazione di tale piano concorrono anche i comuni
in base alle proposte formulate dalla Conferenza dei Sindaci della
zona sociosanitaria e attraverso il metodo della concertazione le
cui modalità di svolgimento sono definite da un'apposita
intesa istituzionale fra Anci, Upi, Uncem. Successivamente la Conferenza
dei Sindaci provvede ad approvare il piano pluriennale di zona (l'approvazione
di tale atto può essere affidata alle Comunità Montane
o ai circondari che esercitano le funzioni comunali in forma associata)
che concerne la programmazione degli interventi di competenza comunale,
e la definizione annuale dei provvedimenti attuativi.
c)
integrazione organizzativa viene considerata uno degli aspetti maggiormente
innovativi dell'intero Piano e consiste nell'assumere, come elemento
fondamentale per la connotazione dell'offerta, la domanda dei singoli
individui, suddivisi preliminarmente in diversi target ognuno dei
quali esprime una serie di bisogni specifici di intervento e considerati
come destinatari dinamici delle politiche e portatori dell'esigenza
di modularizzazione e personalizzazione degli interventi. In particolare
per quanto concerne i giovani, l'obiettivo del Piano è quello
di rafforzare gli strumenti di integrazione fra le diverse tipologie
di apprendimento (licei, istruzione professionale, formazione professionale
e formazione in azienda) in modo da mantenere strettamente connessi
l'apprendimento astratto ed il sapere concreto, innestando sui canali
di istruzione (i licei e l'istruzione professionale) la formazione
professionale (magari anche attraverso lo sviluppo di stage in azienda
o di esperienze in alternanza studio-lavoro) garantendo modalità
di passaggio continuo fra tali tipologie. Il Piano dedica inoltre
particolare attenzione alle cd. "fasce critiche" ovvero
la fascia femminile, quella della popolazione anziana (sia quella
ancora attiva che quella formalmente ritirata dal lavoro), degli
immigrati, dei lavoratori dell'economia sommersa e prevede un grosso
impegno della Regione nell'area della disabilità e del disagio
sociale migliorando il sistema di raccordo in rete fra Province
e Regioni in modo da passare da una politica di progetti speciali
ad un modello che sia contraddistinto dall'integrazione fra le politiche
attive del lavoro e le politiche socio sanitarie.
Il
modello dell'integrazione previsto nel Piano si fonda sui seguenti
elementi costitutivi: a) un forte e diffuso sistema dell'orientamento
incentrato sui Servizi per l'impiego, sulle Università e
sulle scuole, avente come obiettivo l'informazione agli utenti in
ordine ai servizi resi dal sistema, alle modalità di passaggio
fra i subsistemi e la valutazione delle potenzialità delle
singole persone; b) la capacità regolativa pubblica e la
capacità operativa dei soggetti gestionali; c) un ampliamento
delle risorse (umane, organizzative e finanziarie) che sia in grado
di accrescere le capacità operative e gli spazi di intervento.
Considerazioni
In
primo luogo pare opportuno ricordare che, in sede concertativa,
sono emerse una serie di problematiche concernenti in particolare
gli aspetti istituzionali e la programmazione.
In
secondo luogo si ritiene di dover formulare, sul testo in esame,
alcuni rilievi critici di carattere generale:
a)
Il Piano contiene ripetuti riferimenti (cfr. pgg. 54, 58, 60, 71,
145) al Regolamento esecutivo della L.R.n.32/02 che non è
attualmente esistente ancorché la sua bozza sia stata già
definita in sede di concertazione interistituzionale. L'approvazione
del Piano deve necessariamente avvenire a seguito dell'emanazione
del Regolamento;
b)
"Programma finanziario" (pg. 120 e ss): si evidenzia l'insufficienza
del Programma finanziario come disciplinato nel Piano in quanto
manca integralmente la definizione dei "criteri per la ripartizione
delle misure finanziarie" fra i soggetti coinvolti nell'attuazione
operativa degli interventi (art. 31, comma 4, lett. h) L.R. 3. 32/02);
c)
Per quanto concerne il punto 5.1.2 "Linee guida per l'analisi"
(pg. 110) della sezione "Indirizzi per il sistema informativo,
per la valutazione ed il monitoraggio del Piano" viene rimessa
ad un successivo atto integrativo della Giunta Regionale la definizione
della batteria di indicatori assunti per il presente piano. Si rileva
al riguardo che ogni atto integrativo deve, per sua stessa definizione,
seguire le procedure previste per l'approvazione del Piano che va
ad integrare e dovrebbe pertanto ritenersi di competenza consiliare,
come tale soggetto al parere del Consiglio delle Autonomie Locali;
d)
Si riscontra la mancata disciplina nel Piano di alcuni degli elementi
individuati espressamente dall'art. 31, comma 4, della L. R. n.
32/02. In particolare:
1)
Al punto 4.7.1.1."Misure in denaro per sostenere la frequenza
delle attività di istruzione" (pg. 94 e ss.) si riscontra
la mancata definizione dei "criteri per la contribuzione finanziaria
dei destinatari degli interventi rivolti agli studenti" che,
secondo l'art. 31, comma 4, lett. e) della L.R. n. 32/02 e l'art.
7, comma 4, lett. b) della medesima, il Piano dovrebbe necessariamente
contenere;
- 2)
Al punto 5.2 "Monitoraggio" (pg. 111) si rileva la mancata
"definizione degli indicatori per il monitoraggio degli interventi"
(art. 31, comma 4, lett. j) L. R. n. 32/02) citati solo genericamente
nella descrizione delle componenti fondamentali del sistema di monitoraggio;
-
e) Si riscontra infine una divergenza fra la "Struttura del
Piano" (pgg. 1- 4) ed i contenuti dello stesso. Tale divergenza
non consiste nella sola difformità di intestazione di alcuni
paragrafi ma è piuttosto di carattere sostanziale in quanto
alcuni degli argomenti che la "Struttura" prevede siano
trattati nel Piano non sono invece presenti in esso. Si riporta
di seguito l'indicazione di tali casi:
1)
"I bisogni e le risposte ai diritti di cittadinanza assicurate
nel campo delle politiche dell'educazione, dell'istruzione, dell'orientamento,
della formazione e del lavoro" (pg. 29 e ss.): manca, con riferimento
alla "Seconda infanzia-Adolescenza", la descrizione della
"fascia 6-14 anni";
2)
"Organizzazione del sistema di offerta integrato": al
punto 4.2.1 "Apprendimento non formale" (pg. 64) manca
la disciplina dell"'Educazione nelle organizzazioni sociali
e culturali"; al punto 4.7.2 "Prestazione di servizi"
(pg. 103) manca la disciplina dei "Servizi per il supporto
della frequenza delle attività di istruzione" e delle
"Informazioni";
3)
"Procedure di attuazione" (pg. 115 e ss.) : in primo luogo
non si comprende a quali punti facciano riferimento i paragrafi
6.2, 6.3, 6.5, visto che quelli citati non esistono nel Piano ed
in secondo luogo si riscontra la mancanza della disciplina degli
"Organismi di supporto alla concertazione ed alla programmazione.
Definizione, composizione, competenze, modalità di organizzazione
e funzionamento", "Termini e modalità di assegnazione
delle risorse e di rendicontazione", Informazione al Consiglio
regionale"
IL
CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI
Esprime
parere favorevole in ordine alla P.d.D. n. 869 "Piano di Indirizzo
generale integrato L.R. 32/02" con le seguenti raccomandazioni:
1)
Che l'approvazione del Piano venga subordinata all'emanazione del
Regolamento esecutivo;
2) Che il Programma finanziario venga integrato con la definizione
dei "criteri per la ripartizione delle misure finanziarie"
fra i soggetti coinvolti nell'attuazione operativa degli interventi
(art. 31, comma 4, lett. h) L.R. 32/02);
3) Che si rimetta ad un atto di competenza consiliare la definizione
della batteria di indicatori assunti per il presente Piano;
4) Che il Piano nel suo complesso venga integrato con gli elementi
previsti dall'art. 31, comma 4, L.R. 32/02 ed espressamente individuati
al punto d) 1.2. del presente parere;
5) Che il Piano venga coordinato con la sua "Struttura"
con specifico riferimento agli aspetti espressamente individuati
al punto e) 1.2.3. del presente parere.
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